Numero Verde 800912326

Tiziana

Ma non è afasica! Lei parla!

Buongiorno,
la mia mamma, che da maggio è afasica, vive una vita “soffocata” anche dai continui ricoveri per continue complicazioni (il pancreas, il fegato, le vie urinarie, l’anemia) e quando entra in ospedale io specifico sempre ai sanitari che è afasica e quindi di “adattarsi” al suo modo di comunicare… spesso mi viene detto: “Ma non è afasica! Lei parla!”.
Mi arrabbio fortemente, perché non capisco come un sanitario (medico specialmente) possa fare un’affermazione del genere.
L’afasia non è “non sapere pronunciare delle parole” …è molto altro!
Perché l’afasia viene trattata come SEMPLICE impossibilità di parlare? E’ vero: la mia mamma parla. Ma è il livello di comprensione che è alterato, la produzione che è difficoltosa, la strutturazione che va rivista.
Come si possono affrontare argomenti con persone che limitano tutto alla mera incapacità di produrre il linguaggio?
Vorrei poter spiegare loro cosa significa essere afasici e vivere una vita “diversa”, ma non lo faccio… è un senso di rispetto verso i medici e tutti coloro che “accudiscono” la mamma quando non sta bene… non so, sono amareggiata… sono stanca…
Però vorrei anche condividere la poesia di questa nostra “nuova vita”. Poesia che ho chiaramente delineato nei baci che mio papà dà alla mia mamma e che lei accoglie come i bambini accolgono i baci della loro mamma. Ho visto la fatica in ogni gesto compiuto quando le prepara da mangiare così come quando le cambia il pannolone.
Vedere che la ama NONOSTANTE TUTTO è per me motivo di forza e ammirazione nei suoi confronti, ma è pure consapevolezza che sono gli affetti a fare la differenza in molte situazioni.
Grazie. Come sempre grazie.
Tiziana